Intervista
Velonero - Un lungo fatale ultimo addio
Oggi vi presento un'intervista all'autrice di uno dei romanzi che non vedo l'ora di iniziare! Velonero ci presenta Un lungo fatale ultimo addio!
Valéry Campbell sa di mettere a rischio la propria reputazione, quando si reca nella bisca di Lady Venom, ma deve impedire al padre di giocarsi tutto in una mano di carte. Sir Arthur Campbell però ha già barattato la tenuta di famiglia e, con l’acqua alla gola, tenta di vendere anche la figlia a un losco e ricchissimo libertino, Lord Baxton.
Questi non è altri che lo zio di Charles, il figlio del duca di Ragland, anche lui ospite della bisca: è proprio in quest’occasione che Valéry lo rincontra, dopo anni, e scopre di provare qualcosa per lui. Naufragato l’estremo tentativo di ripagare i suoi debiti, Sir Arthur, in un accesso di disperazione, si suicida al tavolo da gioco.
Da questo momento in poi la vita di Valéry si complica terribilmente. I trascorsi della sua famiglia non le permettono di sposare Charles e al tempo stesso si trova a lottare con tutte le forze per resistere ai tentativi di seduzione di Lord Baxton, al quale non vuole cedere. Lo scontro tra i due è aperto e dichiarato: ma chi è davvero David Baxton? Quel che Valéry pensa di lui corrisponde a verità?
Arriviamo all'intervista!
- Perché Velonero?
Velonero non è uno pseudonimo, è la password e il nome della cartella dove tengo i miei racconti. Era il titolo di una novella di Hawthorne dove manco a farlo apposta il nemico acerrimo era il vicario di Westbury e Westbury è il mio primo romanzo, quando ho riletto la novella ho avuto la conferma che era il nome adatto da utilizzare.
- Come è nata la tua passione per la scrittura?
La mia passione non è per la scrittura ma per le storie. Io ho delle storie da raccontare: se fossi una cineasta avrei fatto un film, se sapessi disegnare creerei un fumetto, se sapessi parlare le racconterei. Non so fare nulla di tutto ciò, avevo un unico mezzo a mia disposizione: la scrittura.
- Puoi indicarci i romanzi/scrittori che ti hanno fatto desiderare di essere una scrittrice?
In tempi recenti direi Jane Austen, ma il mio mito letterario è Agatha Christie. Poi Leopardi e Verga, l'uno per l'uso della parola e l'altro per la caratterizzazione dei personaggi .
- Il romanzo che avresti voluto scrivere?
Harry Potter.
- L'ultimo romanzo che hai letto?
La relazione di Camilleri.
- Come è nata la tua passione per i romanzi storici?
Banalissimamente: Jane Austen.
- Parliamo del tuo libro: Un lungo fatale ultimo addio arriva in questi giorni sugli scaffali delle librerie, già hai avuto modo di vederlo esposto? Quale è stata la tua prima reazione?
Io vivo in una piccola, durissima città dove il rosa è bandito. Chi legge rosa si nasconde dietro al kindle, lo fa da clandestino tra le segrete mura della propria casa. Lettura da spiaggia? Mai sotto gli ombrelloni della mia città! Nelle principali librerie il rosa è dietro, nascosto, quasi mai in bellavista. Oggi vado al centro commerciale, ho qualche speranza di trovare lì il mio libro... è l'unico posto dove sono in primo piano. Per il momento mi accontento dell'emozione che mi dà vedere i selfie delle amiche col libro in mano in giro per l'Italia.
- Come si è sviluppata la trama di Un lungo fatale ultimo addio? Quel è stato il piccolo dettaglio che ti ha portato a scrivere il libro?
L'idea mi è venuta una sera mentre ragionavo su un altro romanzo che stavo scrivendo: uno zio e un nipote, libertini e senza scrupoli, una giovane usata come posta in una mano di carte e una consuetudine dei tempi, offrire carta bianca alle amanti per non condividerne i favori con altri uomini. Da qui nasce la trama e l'ispirazione. Ho lasciato a metà ciò che stavo scrivendo e mi sono buttata a capofitto nel Fatale Addio. Per Valery credo inconsciamente di aver tratto spunto da un'amica e dalla sua dirittura morale. Dalla sua dedizione alla famiglia e agli altri.
- Chi sceglieresti tra Charles e Baxton?
Nessun dubbio: preferisco sempre il "dannato" al "bello e buono" che messo davanti alle difficoltà sceglie sempre la via facile e i propri interessi, poi qui il bel Charles ha altri fini e deve inevitabilmente scegliere la ragazza che possa garantirgli la stabilità.
- Hai mai immaginato un dreamcast per il tuo libro? Se sì puoi indicarci gli attori&co sui quali ti sei basata?
I miei personaggi vivono un po' nell'empireo, nel magico mondo ultraterreno delle idee, però Eva Green e Michael Fassbender (moro) sarebbero perfetti.
Per David ho tratto ispirazione da Jaff Buckley e dalla sua versione dell'Halleluja di Coen, che parla appunto del Re David, santo e peccatore.
- Come si organizzata la costruzione di un romanzo storico? Quanta ricerca c'è dietro le pagine finali del libro?
Io scrivo romance d'ambientazione storica e non veri e propri romanzi storici, dove la Storia è la vera protagonista. La Storia nel mio romanzo è come una spezia che c'è ma non deve coprire il sapore del racconto, altrimenti appesantisce. Lo studio è sempre intenso, soprattutto per entrare nella mentalità dell'epoca e mi affido all'analisi di saggi e romanzi contemporanei alla datazione del mio racconto.
- La ricostruzione storica, i luoghi, gli ambienti, le usanze e via dicendo quanto hanno di vero, quanto è derivato da uno studio precedente e quanto è puramente tua invenzione?
Ti faccio un esempio banale di come lavoro: ad un certo punto scrivo che la carrozza passa sotto un lampione a gas, particolare banalissimo, ma ho dovuto passare un pomeriggio in biblioteca per sapere la data dell'introduzione dell'illuminazione a gas a Londra. Qualche forzatura c'è, come in un romanzo precedente dove ho fatto ballare un valzer nel gennaio del 1812, quando invece ho scoperto che il valzer arriva a Londra durante quello stesso anno: ho presumibilmente anticipato di qualche mese. Io studio e cerco di sapere il più possibile del periodo di cui tratto, ma non lo vado a raccontare al lettore per non annoiarlo.
- Dal self ad una CE quanto è cambiato il romanzo? Com'è stato lavorare con un editor?
Lavorare con la editor è stata un'esperienza unica e molto stimolante E' stato toccato poco del lavoro originale è stato un lavoro di cesello che ha corretto le debolezze. La cosa più bella è stato capire, passo per passo e riga per riga, quello che un'altra persona ha capito del tuo lavoro.
- Quanto ti piace la cover scelto per il tuo libro?
La cover è bellissima, evocativa, dolente, ricorda Anna Karenina. E poi è rossa.
Piccole curiosità:
- Stai già scrivendo il tuo prossimo libro?
Al momento sono in fase di correzione di un contemporaneo e sto scrivendo uno storico, un prequel del fatale addio.
- Scrivi di notte o di giorno?
Quando inizio a scrivere, vado avanti notte e giorno, senza fermarmi, dimenticando di avere una famiglia, panni da lavare e bocche da sfamare.
Fortunatamente da quando ho ceduto la mia attività commerciale ho tutto il tempo concesso a una casalinga.
- Ti lasci accompagnare/ispirare dalla musica durante la scrittura?
Musica sempre. La musica mi fa venire mille idee e cento storia e crea sentimenti, emozioni.
Caffè o tè? Caffelatte
Pizza o fastfood? Pizza
Colore preferito? Rosso
Ho letteralmente adorato questa intervista, non solo perché Velonero è una persona deliziosa, affabile e super gentile ma anche perché è una persona di grande intelligenza e tutto questo si può ben evincere dalle meravigliose risposte che ha fornito in questa piccola intervista!
Sono sicura che questa intervista vi ha lasciato moltissimo, molto di più di una semplice curiosità, leggete Un lungo fatale ultimo addio! Non ve ne pentirete!
- A presto Susi
Grazie, bellissima. Tu e l'intervista. Un bacio
RispondiEliminaBello bello bello! Sono stata una notte a leggerlo e non riuscivo a staccarmene <3
RispondiEliminaGrazie Federica, mi riempi il cuore
EliminaBellissima intervista Velonero !!!! Il libro è stupendo <3 rosi
RispondiEliminaBellissima intervista VELONERO !!!! E IL TUO LIBRO È STUPENDO! ! rosi <3
RispondiEliminaBellissima intervista :)
RispondiEliminaCosa dire se non che SEI UNICA..... wow... avrei preferito un'intervista più lunga �� brava Velonero
RispondiEliminaun abbraccio GiusiG