domenica 5 aprile 2015

Speciale: Jennifer Niven presenta Raccontami di un giorno perfetto in Italia

Speciale
 
 
Jennifer Niven presenta Raccontami di un giorno perfetto in Italia
 
Ricevere una email che mi invita ad un incontro esclusivo con un'autrice famosa è senza dubbio una di quelle occasioni che mi ripaga per il lavoro che svolgo come blogger appassionata e entusiasta.

So fin troppo bene che la vita è un soffio in quella che è il trascorrere del tempo ed è proprio per questo che quando ho letto la email della De Agostini che invitava all'evento che si sarebbe svolto a Milano non mi sono tirata indietro ed ho subito confermato la mia presenza perché queste sono opportunità che capitano una sola volta nella vita!

Non starò qui a scrivervi dell'epopea che mi ha visto protagonista del viaggio in aereo da Napoli-Milano più lungo della storia che invece di partire in mattinata è slittato di ben tre ore facendomi arrivare in ritardo all'incontro, perché poi si conta anche la sfiga che mi ha fatto perdere le coincidenze con i vari treni per raggiungere la libreria dell'incontro, ma come vi ho detto questo è irrilevante perché poi arrivata in quella stanzina circondata da altre blogger, alcune mie care amiche e altre ragazze che stimo e che ammiro e poi aver di fronte l'autrice che mi ha letteralmente rapito cuore e anima con uno dei libri più veri e toccanti degli ultimi anni, la stanchezza del viaggio, lo stress sono passati in secondo piano e la mia gioia era talmente tanta da rendere quel 28 Marzo davvero il giorno perfetto, the brightest day of my life.


Siccome dell'incontro han parlato in modo approfondito ed esauriente le mie colleghe vi invito a leggere l'intervista, che moderata da Sangue Blu abbiamo realizzato in tandem tutte noi blogger e che Insaziabili Letture ha riportato per iscritto e il video qui di seguito che Sofia di Libri di Favola ha editato:



 
 
 
Di più rispetto alle mie colleghe posso dire che Jennifer è una delle persone più dolci che abbia mai incontrato, instancabile, gentile, e sempre, sempre con il sorriso sulle labbra pronta a regalare un abbraccio, una parola gentile a tutti e che con la sua esperienza, con il suo libro ha regalato a tutte noi che abbiamo avuto modo di incontrala molto più di quanto ci si possa augurare in una vita.
 
Jennifer è incantevole, lovely, e aver avuto modo di incontrala in varie occasioni tra Milano e Bologna e vedere quanto sia speciale e quanto il suo libro sia stato accolto con amore non solo da noi blogger ma anche da varie scolaresche ha reso la mia vacanza al nord una delle esperienze più belle della mia vita che ricorderò con piacere per sempre.
 
A questo punto un grazie alla meravigliosa redazione De Agostini Young Adult che ha reso possibile conoscere una delle scrittrici che con il suo meraviglioso romanzo si piazza senza ombra di dubbio tra le mie autrici preferite.
 
Un grazie, infine, alle mie compagne di esperienza che non solo sono delle ottime blogger ma anche delle persone incantevoli: Angelica, Chiara, Annachiara, Frannie che non solo sono amiche qui sul web ma anche persone importanti nella vita di tutti i giorni che hanno reso l'esperienza ancora più unica ed irripetibile, e un grazie a tutte le blogger che ho avuto finalmente modo di conoscere dal vivo a partire da Sangue Blu, Beira, Silvy, Serena, Sofia, Vanessa e tutte e altre.


 
Adoro questa foto <3
 
Forse lo avete capito che ho avuto modo di incontrare Jennifer anche a Bologna, durante una delle varie manifestazioni tenutesi per la Fiera del libro per ragazzi di Bologna (Bologna Children's Book Fair).
 
Di seguito potete leggere l'intervista/incontro tenutosi presso la Biblioteca Sala Borsa nella quale l'autrice ha avuto modo di discutere del libro e delle sue tematiche con dei ragazzi del liceo.
 
 
Di seguito sono presenti SPOILER
 

È stato per lei difficile accostarsi alla scrittura del romanzo a causa degli aspetti autobiografici?

Inizialmente credevo che lo sarebbe stato, invece, iniziando con la stesura del libro e introducendo il PoV di Finch che nel romanzo che inizialmente doveva avere solo la voce di Violet mi sono accorta che non è stato così difficile quanto avrei creduto.

Tra i due PoV quale è stato il suo preferito?

Mi piace di più il PoV di Finch anche se il PoV di Violet è quello che mi assomiglia di più e per questo è stato anche quello più difficile da scrivere proprio per le caratteristiche autobiografiche della storia.

È una storia molto personale. Quando hai iniziato a scriverla già sapevi che sarebbe stata scritta per un pubblico YA?

Quando ho iniziato a scrivere la storia, proprio perché è così personale, ne ero preoccupata se fossi stata capace a portarla alla luce e per questo ho costruito una certa distanza, la mia esperienza personale è dell'epoca in cui frequentavo il college avevo circa 20 anni, così ho deciso di scrivere un YA perché amo leggere i libri YA, è il tipo di lettura che scelgo per piacere in più perché non lo avevo mai fatto e desideravo da tempo poter scrivere qualcosa in questo target in più ambientare la storia anziché all'università ma alle superiori ho pensato che fosse un buon espediente letterario che avrebbe creato sufficiente distanza emotivamente da rendere sopportabile la scrittura. Inoltre col mio lavoro ha avuto modo di conoscere tantissimi adolescenti ed sono stata testimone molto spesso delle difficoltà che si affrontano in questa età e scrivere qualcosa che potesse aiutare le persone in questo periodo adolescenziale di battaglia costante è stato uno dei miei obiettivi.

Moderatore: Finch ripete più volte nel corso del libro che non è una malattia, un caso umano ma una persona ma è anche vero che a scuola è considerato lo schizzato, il fenomeno ovvero il ragazzo strano. Dall'altro lato c'è Violet una ragazza popolare, una ragazza che si confonde in parte con lo stereotipo della ragazza perfetta (cheerleader, suona nella banda della scuola) dietro cui tende a nascondersi.
Vediamo appunto nel libro come i protagonisti si rapportano alle etichette e cosa cercano di fare rispetto a queste ultime.
Proprio l'incontro tra di loro segna un passo in avanti rispetto alla stigmatizzazione dei ruoli. Infatti, il sorriso genuino di Violet nei confronti di Finch segna per il ragazzo l'inizio della fine, quel percorso che lo porterà ad avvicinarsi a Violet, una ragazza che lo vede per quello che è in realtà ma non per le apparenze.

Jennifer: Credo che sì, possa essere così. Finch cerca disperatamente di restar sveglio sia per se stesso ma anche per Violet; in più sente una specie di responsabilità verso Violet per tutto quello che sta vivendo ma anche per il percorso che stanno facendo insieme quindi cerca disperatamente di star sveglio per lei ma di essere anche al meglio. Ad un certo punto della lettura dice “Non ti innamorare di me perché finirò per spezzarti in due così come lo sono io” Queste emozioni estreme con picchi altissimi sono dovute ne caso di Finch ma anche nel caso di lei al fatto che è la prima volta che loro due sono visti da qualcuno senza veli, vengono svelati a se stessi tramite l'occhio dell'altro.
Quindi questo non è propriamente l'inizio della fine, ma questa rivelazione potrebbe aver accelerato il processo.

Qualche volta mi è stato chiesto come mai Violet non è stata capace di salvare Finch, ma per quanto lei abbia amato lui e lui amato lei quello che stava accadendo a Finch andava oltre le capacità di Violet di poterlo aiutare e come dice lo psicologo alla fine del libro le persone ci mostrano solo quello che vogliamo vedere da qui la frase di Virginia Woolf “Se c'era qualcuno che mi avrebbe potuto salvare quel qualcuno sarebbe stato mio marito.” nel caso specifico del libro se qualcuno avrebbe potuto salvare Finch quel qualcuno sarebbe stato Violet.

Perchè ha deciso di citare Virginia Woolf?

È divertente perché molte persone mi chiedono se mi è sempre piaciuta Virginia Woolf invece devo confessare che non è sempre stato così. Un mio amico mi ha regalato un libro con le lettere di addio di vari autori famosi che si sono suicidati. Quando mi sono ritrovata a leggere quella di Virginia Wolff devo dire che non sapevo molto della sua vita ma solo un poco e la storia della sua morte e delle persone che amava che ha lasciato e la sua storia era l'ideale per Finch questo mi ha portato a ricercare altre spunti elle opere dell'autrice Inglese come Le Onde che spesso viene citato nel libro, ed è anche la cosa che porta Violet e Finch a conoscersi.
Ho scelto di citare le Onde perchè quella citazione è molto incantevole inoltre rispecchia appieno Violet e Finch.
Penso che questo insieme al progetto di geografia, espediente utile per fargli fare delle cose insieme, diventi un mezzo per avvicinarli perché Violet non voleva avere niente a che fare con Finch perché lui era a conoscenza del perché era salita sulla torre e le citazioni delle Onde che Finch le scrive diventa una specie di amo che le lancia, la loro canzone d'amore.

Violet non è riuscita a salvare Finch ma non ha mai pensato ad un finale alternativo?

Quando ho iniziato a scrivere volevo terminare il libro in modo diverso ma poi mi son ritrovata a scrivere la storia che ho vissuto e che conoscevo perché è quello che avevo bisogno a livello personale. Mi è stato detto da più lettore che il finale è perfetto però per poter dormire meglio la notte avrebbero desiderato un alternativa allora ho pensato a questo finale dove Violet e Finch vengono ammessi entrambi per andare all'università di New York e iniziano ad esplorare NY insieme. Questo sarebbe stato il finale che avrei voluto.

Se Violet fosse andata con Finch il risultato finale sarebbe cambiato? O avrebbe solo prolungato l'inevitabile?

Non credo. Penso che i problemi di Finch erano molto più grandi di quelli di Violet. Penso che fra tutto quella che avrebbe potuto salvare Finch sarebbe stata Violet ma penso che era Finch che doveva salvare se stesso.

La morte è un tema principale del libro. Fino a che punto si può parlare di questi argomenti tabù in un romanzo per ragazzi ? Si è posta dei limiti? E qual è stata la reazione dei suoi editor? E dei lettori?

Ho iniziato scrivendo la storia che volevo scrivere. Dopo aver scritto la prima bozza ho riletto la storia perché quando scrivi che chiunque ma soprattutto per un giovane pubblico hai una grande responsabilità, devi essere molto onesto. I miei editori erano attenti ma allo stesso non c'era nessun pressione nel cambiare nulla. Non c'è mai stato nessun tentativo di rendere la storia più hollywoodiana con il classico finale felice.
Il mio obiettivo così come quello della CE è stato quello di scrivere una storia davvero onesta, genuina, ed un punto sul quale sono stata categorica è stato inserire a fine libro dei riferimenti di supporto per le persone in difficoltà.
Il film è già in produzione. Le persone degli Studios erano davvero eccitati ma anche molto preoccupati per i temi impegnativi. Paradossalmente chi aveva rifiutato per paura il progetto perché molto rischiosa ora vorrebbe rientrare a farne parte.
La reazione dei lettori è stata quella di ringraziarmi per quello che ho scritto ma soprattutto è stato sentir dire che queste persone non si sono più sentite così sole dopo aver letto il libro.
Non avrei mai immaginato quale sarebbe stata la reazione dei ragazzi una volta aver preso in mano il libro, ho sempre sperato in reazioni positive, speravo di non influenzarli negativamente ma ho potuto constatare che il risultato è stato quello di ispirare molte persone a cercare i propri “Bright places” i proprio luoghi felici, e da questo punto di vista so che ho potuto aiutare delle persone.

Pensi che sia giusto che venga tratto un film dal libro?

Penso che questo dipende da come venga realizzato il film. Se segue e onora il libro e se rende giustizia ai personaggi di Finch e Violet penso che posso uscirne un progetto molto incantevole. Chiaramente se penso ad uno studio Hollywoodiano molto grande avrei paura, sarei preoccupata perché non vorrei mai che la storia venisse cambiata, enfatizzata. Fortunatamente il team che sta lavorando al film ha come obiettivo primario quello di rendere fede e giustizia a quello che ho scritto nel libro.

Questo libro, proprio per i temi raccontati, può avere un forte impatto sui lettori. Per questo ha mai pensato di scrivere un sequel?
 
Mi è stato chiesto se avessi avuto intenzione di scrivere un sequel. Ma io e l'editore abbiamo concordato che la storia fosse autoconclusiva.
In questo momento sto scrivendo il mio prossimo YA. È molto diverso da questo.
Ma mi chiedono spesso cosa sta facendo Violet ora.

Cosa tratta il suo nuovo YA?

Parla di un ragazzo che non riesce a riconoscere i visi e di una ragazza molto vistosa che si sente invisibile.

Cosa pensa della somiglianza del romanzo rispetto al Il giovane Holden?

Dopo che ho scritto la prima bozza ho riletto per tutt'altro motivo Il giovane Holden. Effettivamente c'è un nucleo simile, ci sono sentimenti simili però il protagonista di questo libro ha una sua crisi del tutto differente.
Sono molto attenta a quello che leggo quando lavoro ad un libro perché non vorrei mai inconsciamente scrivere delle cose che assorbe dalla lettura o imitare cose che sono già state scritte da altri.

Moderatore: Il tempo percorre un ruolo cruciale all'interno del romanzo. Entrambi i protagonisti sembrano fare un conto alla rovescia. Finch vede come il tempo il suo unico nemico, e non si preoccupa del futuro ma del presente, proprio perché il suo obiettivo è quello di restare sveglio.
Cosa pensa lei di questa percezione rispetto alla concezione che si ha dei ragazzi che ancora nel pieno della loro gioventù hanno tutto il tempo disponibile?

Il libro inizia con Finch che è appena uscito dal un momento di grande sonno, ed è così riconoscente di essere sveglio tanto da contarne i giorni, come per ringraziare di essere sveglio ogni singolo nuovo giorno e per viverli al massimo. Dall'altro lato quando lui incontra Violet lei è addormentata, anche se lei non se ne rende conto, lei conta i giorni verso il futuro perché sta solo esistendo, non sta davvero vivendo.
Quindi questo doppio binario, di lei che segna i giorni che son già passati e lui che in un certo senso conta i giorni verso il futuro è stato molto complicato da seguire perché è stato come controllare due treni che andavano in direzioni opposte e non dovevo commettere errori anche dal punto di vista narrativo.

Il modo di suicidarsi di Finch è ispirato a Virginia Woolf o ad altro?

Non è Virgina Woolf a ispirare Finch. Il giorno in cui Finch e Violet si recano al lago Finch è alla ricerca del fondale ma non può continuare nella sua ricerca perché sa Violet lo sta aspettando. Ho sempre pensato che fosse una specie di incompiutezza da parte sua. Lui ritorna al lago e va alla ricerca del fondale e probabilmente lo ha trovato.

Perché l'ultima parte del romanzo è scritta solo dal PoV di Violet?

Inizialmente avevo pensato di seguire il doppio PoV fino alla fine del romanzo ma quando mi sono ritrovata in quel punto in cui Finch decide di sparire per un po' mi sono ritrovata nel punto più autobiografico della storia proprio perché questo ragazzo che conoscevo davvero è sparito per tre quattro mesi prima che la madre mi chiamasse per cercarlo. Ho capito che scrivere quella parte della storia attraverso gli occhi di Finch non era quello di cui avevo bisogno ed ho preferito solo proseguire con il PoV di Violet.

Hai avuto degli autori di riferimento, che ti hanno ispirata?

Sicuramente. Mia madre è un'autrice e mi ha insegnato a vedere la storia dietro a ogni cosa, lei è stato in assoluto la persona che maggiormente mi ha ispirata. Poi sicuramente c'è Harper Lee (Il buio oltre la siepe) che mi ha molto ispirata. Tra gli autori YA mi piace molto David Levithan e l'autrice che ho amato durante l'adolescenza è stata Emily Bronte.
Sono una lettrice molto vorace ma posso concordare che la mia maggiore ispirazione è stata la vita.

Nel libro si ripete spesso la parola incantevole. Per lei questa ha un significato particolare?

La canzone che Finch lascia a Violet, You Make Me Lovely, che doveva essere il titolo originale del libro, è in realtà la canzone che mi ha lasciato il ragazzo su cui si ispira la vicenda del romanzo. C'è qualcosa in quella parola, ancor prima di leggere quella canzone ho sempre amato quella parola perché possa essere usata in moltissimi modi sempre con una connotazione positiva ed è anche per questo che la uso così tanto ed ho notato con piacere che anche i miei lettori la usano nei loro commenti al libro.


Con questa trascrizione si conclude il meraviglioso incontro, prima a Milano  e poi a Bologna con Jennifer Niven, un'autrice il cui libro consiglio a tutti la lettura, imperdibile, unico, perfetto, incantevole.
Ora non mi resta che aspettare la realizzazione del film e aspettare il prossimo libro dell'autrice perché sono davvero impaziente e curiosa!
 
 

 
 
- A presto Susi
 

2 commenti:

  1. Belle voi.
    Mi sarebbe molto piaciuto esserci, sai? In realtà il romanzo non mi ispirava troppo, ma solo per l'autrice - che è di una gentilezza vista raramente - devo recuperarlo. Buona Pasqua :)

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  2. Giorno perfetto <3
    Io devo ancora pubblicare il mio, poveri noi xD

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