lunedì 16 ottobre 2017

Recensione: Tartarughe all'infinito di John Green

Nuova recensione!

Titolo: Tartarughe all'infinito
Autore: John Green
Serie: Autoconclusivo
Editore: Rizzoli
Trama: Indagare sulla misteriosa scomparsa del miliardario Russell Pickett non rientrava certo tra i piani della sedicenne Aza, ma in gioco c'è una ricompensa di centomila dollari e Daisy, Miglior e Più Intrepida Amica da sempre, è decisa a non farsela scappare. Punto di partenza delle indagini diventa il figlio di Pickett, Davis, che Aza un tempo conosceva ma che, pur abitando a una manciata di chilometri, è incastrato in una vita lontana anni luce dalla sua. E incastrata in fondo si sente anche Aza, che cerca con tutte le forze di essere una buona figlia, una buona amica, una buona studentessa e di venire a patti con le spire ogni giorno più strette dei suoi pensieri.
 

La mia recensione
 
Voto: 5 Stelle

Tartarughe all'infinito è il libro che sancisce l'atteso ritorno di John Green dopo il successo di critica e pubblica rappresentato da Colpa delle stelle.

Lasciamoci alle spalle la struggente storia di amore di Augustus e Hazel Grace, dimentichiamoci la narrazione lineare e appassionante, mettete da parte quella prosa elegante e gentile che ci ha frantumato il cuore in mille pezzi perché questo John Green è pronto a presentarsi in un modo totalmente nuovo e con una storia capace di rimanere per sempre impressa nel nostro cuore e nella nostra anima per ragioni totalmente diverse perché John Green è un genio e non c'è nulla che possa farmi pensare il contrario.

Amo gli autori che non hanno paura di osare, amo gli autori che nel narrare le loro storie rimangono veri a se stessi, adoro autori come John Green che decidono di dedicare i loro libri a tematiche non convenzionali e difficili da trattare rimanendo umili, amo gli autori come John Green che sono capaci di descrivere con semplicità una realtà complicata e complessa.

Tartarughe all'infinito è la storia di Aza e della sua complicata convivenza con problemi di salute mentali collegati ad un alto tasso di ansia e preoccupazione. John Green ha il difficile compito di farci immergere nella mente della protagonista, nel continuo flusso di pensieri intrusivi che la portano, ancora e ancora, a precipitare in una spirale di preoccupazione e ansia dove il suo io le sembra incontrollabile.
Ho amato Aza, ho amato profondamente come cerchi di continuare a superare le difficoltà. Ho adorato vederla innamorarsi, vedere rafforzare le relazioni con le persone che la amano incondizionatamente, ho amato vederla affrontare la sua malattia e comprendere che i problemi che la affliggono sarebbero sempre stati con lei ma che le persone che le vogliono bene sarebbero sempre state al suo fianco.

L'immedesimazione con la protagonista è immediata grazie ad una narrazione in prima persona dove è la stessa Aza a raccontare la sua storia al lettore. In un processo di riabilitazione Aza racconta il periodo più difficile della sua vita ma anche quello più importante, quello in cui ha stabilito le relazioni che la accompagneranno per il resto della sua vita.

Ma Tartarughe all'infinito non sarebbe un libro di John Green se mancasse di essere infinitamente triste tanto quanto è infinitamente bello. John Green non solo riesce a farci immergere nella vita di Aza ma ci conduce letteralmente nella sua mente, nelle spirali distruttive che colpiscono la protagonista e che la portano a perdere il senno in un modo così preciso e attento che l'ansia di Aza passa dalle pagine a noi. In questa lettura appassionante e tormentata il nostro desiderio più profondo diventa arrivare alla fine del romanzo con la speranza di un lieto fine.

Ma se conoscete John Green dimenticatevi un lieto fine fatto di arcobaleni e zucchero filato perché i libri di Green portano con loro un grido di speranza che è anticonformista e che ci ricorda che giorno dopo giorno, che lotta dopo lotta, che la vita è difficile, che ci sono giorni buoni e altri no, ma che si continua, comunque, ad andare avanti e che non tutto è perduto per sempre.

Non lasciatevi spaventare dalla tematica, non lasciatesi intimidire dalla narrazione unica perché la bellezza delle parole di John Green è rara come poche, perché la sua prosa è la rappresentazione più bella che si possa mai incontrare, perché questo libro riesce a trattare di argomenti disparati senza distrarci dalla tematica principale, perché è a tratti divertente, a tratti romantico ma sempre così realistico da lasciarci con un buco nel cuore a forma di Tartarughe all'infinito una volta concluso il libro.

Non vi parlerò dei personaggi, di come abbia amato la tenerezza di Davis, la spontaneità di Daisy, l'amore assoluto della madre di Aza, non vi parlerò della cornice del romanzo unica ed accattivante, non vi parlerò degli interminabili cenni di pop culture, non vi parlerò di come, all'improvviso Tartarughe all'improvviso sia diventato il solo titolo che questo romanzo potesse mai avere. Non vi parlerò di come chiudere il libro e dire addio ai personaggi mi abbia commosso in un modo che non avevo mai provato con un libro, ma sono pronta a consigliarvi questo libro perché un romanzo come questo va letto.

5 Stelle


- A presto Susi
 

3 commenti:

  1. Mercoledì do l'ultimo esame della autunnale e me lo regalo. <3

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  2. Non aspettavo con particolare trepidazione il nuovo libro di John Green, ma leggere la tua recensione mi ha decisamente fatto cambiare idea.

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