Autore: Chiara Panzuti
Serie: Absence #3
Editore: Fazi
Trama: In questo episodio conclusivo della serie di Absence, la squadra Gamma è di nuovo riunita, ma i rapporti sono tesi e le liti frequenti: Jared e Christabel non si fidano più di Faith, dopo il periodo che ha trascorso con gli Alfa sull’isola di Bintan; Scott è l’unico a non dubitare della sua lealtà. Decisa a proteggere i suoi amici e a conoscere il vero scopo del gioco spietato che li ha resi invisibili al mondo, Faith segue le indicazioni della mappa lasciatale da Ephraim, prima dell’ultima prova a Clyde River. Raggiunge così la squadra Alfa a Iqaluit, Canada, dove la ragazza comincia a scoprire la vera identità di Davon − l’uomo in nero −, i fantasmi che abitano l’impetuosa Abigail e la natura della sua attrazione verso Ephraim.
A poco a poco tutti i tasselli andranno finalmente al loro posto, componendo il disegno crudele congegnato dall’Illusionista, un uomo ossessionato dal proprio passato e divorato dal desiderio di vendetta. Nella prova finale, il suo piano perverso condurrà Faith e i suoi amici a scontrarsi con i propri limiti, il dolore e la morte, ma soprattutto svelerà loro il valore dell’amicizia e la forza interiore maturata da ciascuno durante quell’atroce esperienza.
Tornare a essere visibili è davvero essenziale per realizzare se stessi?
Fino a che punto l’essere riconosciuti dagli altri determina la nostra esistenza?
La memoria che resta è l’ultimo capitolo di un percorso di crescita personale, che dallo smarrimento dell’infanzia, dalla rabbia dell’adolescenza, approda alla consapevolezza dell’età adulta. La storia di quattro ragazzi che affrontano la battaglia più grande: diventare adulti in un mondo che li ignora, cercando di definire se stessi.
Un libro magnetico dal finale inaspettato dove l’obiettivo non è più tornare ciò che si era, ma accettare ciò che si è diventati.
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La mia recensione
E come volevasi dimostrare, non appena ho iniziato la lettura di Absence – La memoria che resta mi sono immersa nella storia come se non fosse trascorso un solo minuto dalla fine del volume precedente. Ritrovare Faith, Ephraim, Jared, Scott e tutti i protagonisti di questa incredibile ed adrenalinica storia è stato come rivedere amici di vecchia data, e ritrovarmi coinvolta di nuovo nelle loro avventure ha portato a galla emozioni e sensazioni che solo questa storia e la Panzuti sono riuscite a dar vita: una storia che è il viaggio della protagonista alla scoperta della sua unica forza, del suo posto nel mondo, la rinascita di una ragazza che ha scoperto che l'invisibilità, reale e affettiva, è un virus che si riesce a sconfiggere solo credendo in se stessi e nelle persone che ti sono vicine.
La memoria che resta riprende quasi precisamente da dove L'altro volto del cielo si era concluso: Faith è ritornata dai Gamma e cercherà con tutte le sue forze di aiutare i suoi compagni di squadra, i suoi amici, nel superare le ultime fasi del gioco per riuscire arrivare alla fine e poter, finalmente, ritornare a casa.
Ancora una volta la narrazione subisce una variazione, in quanto la prima parte del romanzo è caratterizzata del PoV alterno di Faith, la nostra indiscussa, con il personaggio di Ephraim, personalmente il mio personaggio preferito della serie.
In questo romanzo la maturazione di Faith raggiunge il suo apice, dopo un inizio traballante ed incerto la nostra protagonista saprà trovare il coraggio necessario per dare a se stessa e anche ai suoi amici la chance necessaria per superare il gioco e riuscire. La caratterizzazione di questo personaggio è assolutamente uno delle elaborazioni migliori che io abbia mai letto in una serie YA, nulla è scontato, nulla è lasciato al caso e l'autrice riesce con cura a plasmare un personaggio che riesce ad entrare nel cuore del lettore, che riesce a suscitargli le emozioni più forti e che lo porta, mano nella mano, nella storia fino al raggiungimento delle pagine finali.
Ma Absence non è solo il romanzo di Faith, abbiamo imparato a conoscere di libro in libro anche i personaggi secondari che si sono alternati al fianco della protagonista, facendo di questo un romanzo corale, un romanzo dove tutti i personaggi riescono a segnare il lettore e riequilibrare la storia a seconda dei punti di vista. Abbiamo visto questi personaggi cambiare, sbagliare, crescere, dubitare e sbagliare ancora; li abbiamo visti diventare amici, amare, litigare, ma soprattutto li abbiamo visti collaborare per raggiungere un obiettivo comune, scoprendo che è più facile aiutarsi a vicenda che farsi la guerra l'un con l'altro.
Mi sono affezionata tantissimo al personaggio di Ephraim, sarà perché fin da quando ci è stata data la possibilità di aver più scene con lui sulla pagina abbiamo potuto constatare quanto sia un ragazzo coraggioso e altruista ma anche sfacciato, arrogante e molto testardo, un ragazzo che non si tira indietro di fronte le sfide più grandi, che farebbe di tutto per salare la vita delle persone che ama, anche sacrificare tutto quello che ha.
Escluso il percorso di crescita dei personaggi il punto vincente del romanzo è il modo in cui la Panzuti riesce a rispondere a tutte le domande che i due romanzi precedenti hanno suscitato nel lettore e questo avviene in un modo così originale e strabiliante che porta il lettore non riesce a staccarsi della pagine. Ho adorato come il Worldbuilding sia espanso dando la possibilità all'autrice di inserire molte più tematiche e affrontare attraverso un'attenta introspezione dei personaggi le variabili che si sarebbero poi riversate su questi.
Personalmente penso che il punto vincente della storia, e del perché abbia avuto tanto successo tra i lettori, è il modo così autentico in cui la Panzuti riesce a trasformare una condizione di vita, la solitudine e la consequente invisibilità agli occhi della società, in una metafora e costruirci una cornice di matrice sci-fi. Il parallelismo funziona perché la Panzuti non dosa le parole e descrive in modo attento e preciso l'animo umano e il modo in cui questo reagisce dipingendo le relazioni, che sia amicizia, amore o un legame famiglia, in modo così reale che il lettore anche leggendo una fiction riesce a creare un legame profondo con il percorso di crescita affrontato dai personaggi.
Amo come la Panzuti riesce a descrivere i sentimenti sulla pagina perché ogni parola è riuscita a colpirmi dentro come pochi romanzi riescono a fare. I sentimenti e le emozioni sono l'anima di questo romanzo, un romanzo dove la ficition riesce a trovare il suo essere solo rispetto alla crescita interiore dei protagonisti.
Un finale dolceamaro, un finale ricco di speranza, di amore ma anche un finale che ci ricorda che la vita non è mai facile e che bisogna andare avanti, stringere i denti anche quando chi abbiamo amato non sarà più al nostro fianco.
5 Stelle
Voto: 5 Stelle
E come volevasi dimostrare, non appena ho iniziato la lettura di Absence – La memoria che resta mi sono immersa nella storia come se non fosse trascorso un solo minuto dalla fine del volume precedente. Ritrovare Faith, Ephraim, Jared, Scott e tutti i protagonisti di questa incredibile ed adrenalinica storia è stato come rivedere amici di vecchia data, e ritrovarmi coinvolta di nuovo nelle loro avventure ha portato a galla emozioni e sensazioni che solo questa storia e la Panzuti sono riuscite a dar vita: una storia che è il viaggio della protagonista alla scoperta della sua unica forza, del suo posto nel mondo, la rinascita di una ragazza che ha scoperto che l'invisibilità, reale e affettiva, è un virus che si riesce a sconfiggere solo credendo in se stessi e nelle persone che ti sono vicine.
La memoria che resta riprende quasi precisamente da dove L'altro volto del cielo si era concluso: Faith è ritornata dai Gamma e cercherà con tutte le sue forze di aiutare i suoi compagni di squadra, i suoi amici, nel superare le ultime fasi del gioco per riuscire arrivare alla fine e poter, finalmente, ritornare a casa.
Ancora una volta la narrazione subisce una variazione, in quanto la prima parte del romanzo è caratterizzata del PoV alterno di Faith, la nostra indiscussa, con il personaggio di Ephraim, personalmente il mio personaggio preferito della serie.
In questo romanzo la maturazione di Faith raggiunge il suo apice, dopo un inizio traballante ed incerto la nostra protagonista saprà trovare il coraggio necessario per dare a se stessa e anche ai suoi amici la chance necessaria per superare il gioco e riuscire. La caratterizzazione di questo personaggio è assolutamente uno delle elaborazioni migliori che io abbia mai letto in una serie YA, nulla è scontato, nulla è lasciato al caso e l'autrice riesce con cura a plasmare un personaggio che riesce ad entrare nel cuore del lettore, che riesce a suscitargli le emozioni più forti e che lo porta, mano nella mano, nella storia fino al raggiungimento delle pagine finali.
Ma Absence non è solo il romanzo di Faith, abbiamo imparato a conoscere di libro in libro anche i personaggi secondari che si sono alternati al fianco della protagonista, facendo di questo un romanzo corale, un romanzo dove tutti i personaggi riescono a segnare il lettore e riequilibrare la storia a seconda dei punti di vista. Abbiamo visto questi personaggi cambiare, sbagliare, crescere, dubitare e sbagliare ancora; li abbiamo visti diventare amici, amare, litigare, ma soprattutto li abbiamo visti collaborare per raggiungere un obiettivo comune, scoprendo che è più facile aiutarsi a vicenda che farsi la guerra l'un con l'altro.
Mi sono affezionata tantissimo al personaggio di Ephraim, sarà perché fin da quando ci è stata data la possibilità di aver più scene con lui sulla pagina abbiamo potuto constatare quanto sia un ragazzo coraggioso e altruista ma anche sfacciato, arrogante e molto testardo, un ragazzo che non si tira indietro di fronte le sfide più grandi, che farebbe di tutto per salare la vita delle persone che ama, anche sacrificare tutto quello che ha.
Escluso il percorso di crescita dei personaggi il punto vincente del romanzo è il modo in cui la Panzuti riesce a rispondere a tutte le domande che i due romanzi precedenti hanno suscitato nel lettore e questo avviene in un modo così originale e strabiliante che porta il lettore non riesce a staccarsi della pagine. Ho adorato come il Worldbuilding sia espanso dando la possibilità all'autrice di inserire molte più tematiche e affrontare attraverso un'attenta introspezione dei personaggi le variabili che si sarebbero poi riversate su questi.
Personalmente penso che il punto vincente della storia, e del perché abbia avuto tanto successo tra i lettori, è il modo così autentico in cui la Panzuti riesce a trasformare una condizione di vita, la solitudine e la consequente invisibilità agli occhi della società, in una metafora e costruirci una cornice di matrice sci-fi. Il parallelismo funziona perché la Panzuti non dosa le parole e descrive in modo attento e preciso l'animo umano e il modo in cui questo reagisce dipingendo le relazioni, che sia amicizia, amore o un legame famiglia, in modo così reale che il lettore anche leggendo una fiction riesce a creare un legame profondo con il percorso di crescita affrontato dai personaggi.
Amo come la Panzuti riesce a descrivere i sentimenti sulla pagina perché ogni parola è riuscita a colpirmi dentro come pochi romanzi riescono a fare. I sentimenti e le emozioni sono l'anima di questo romanzo, un romanzo dove la ficition riesce a trovare il suo essere solo rispetto alla crescita interiore dei protagonisti.
Un finale dolceamaro, un finale ricco di speranza, di amore ma anche un finale che ci ricorda che la vita non è mai facile e che bisogna andare avanti, stringere i denti anche quando chi abbiamo amato non sarà più al nostro fianco.
5 Stelle
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