giovedì 17 marzo 2016

Recensione: Berlin - I fuochi di Tegel di Fabio Geda e Marco Magnone

Nuova recensione!

Titolo: Berlin - I fuochi di Tegel
Autore: Fabio Geda e Marco Magnone
Serie: Berlin #1
Editore: Mondadori
Trama: È l'aprile 1978: sono passati tre anni da quando un misterioso virus ha decimato uno dopo l'altro tutti gli adulti di Berlino. In una città spettrale e decadente, gli unici superstiti sono i ragazzi e le ragazze divisi in gruppi rivali, che ogni giorno lottano per sopravvivere con un'unica certezza: dopo i sedici anni, quando meno se lo aspettano, il virus ucciderà anche loro. Tutto cambia quando qualcuno rapisce il piccolo Theo e lo porta via dall'isola dove viveva con Christa e le ragazze dell'Havel. Per salvare il bambino, Christa ha bisogno dell'aiuto di Jakob e dei suoi compagni di Gropiusstadt: insieme dovranno attraversare una Berlino fantasma fino all'aeroporto di Tegel, covo del più violento gruppo della città. Là, i fuochi che salgono nella notte confondono le luci con le ombre, il bene con il male, la vita con la morte.
E quando sorgerà l'alba del nuovo giorno, Jakob e Christa non saranno più gli stessi.


La mia recensione

Voto: 3 Stelle

Berlin – I fuochi di Tegel è il primo libro di una serie Distopica per ragazzi scritta a quattro mani dagli autori italiani Fabio Geda e Marco Magnone.

La serie, che si dipanerà in un totale di sette libri, è quello che si può effettivamente considerare un concentrato di innovazione e un'idea originale che porta il libro ad incuriosire e a catturare il lettore.

L'idea alla base del libro è sicuramente la sua qualità migliore: Berlin si caratterizza nel essere un “falso distopico” il lettore, infatti, fin da subito capirà di essere introdotto in una realtà passata, corre l'anno 1978 e la popolazione dell'allora Berlino, ancora divisa dal muro, viene decimata da un virus mortale che ha lasciato in vita solo i ragazzini, ragazzini di età non superiore ai 18 anni che hanno preso in mano la città, dividendosi il territorio e le aree di influenza della città portando alla formazione di 5 gruppi.

Da qui si può capire come il setting sia uno dei fattori più galvanizzanti dell'intero progetto perché gli autori riescono a rielaborare e raccontare una Berlino che ancora risente della separazione del muro e delle influenze della guerra fredda e delle correnti politiche comuniste. Ai caratteri puramente geografici viene affiancata anche una precisa realtà storica (culturale e sociale) che rendono il libro tangibile e non più il classico distopico pronto a sviluppare un futuro dal nulla.

I protagonisti sono molti, la narrazione segue molti PoV in terza persona, ma tra i tanti che prendono la parola si ricordano la dolce Christa, la temibile Wolfrun, il gentile e generoso Jakob, il sensibile Bernd e lo spietato Timo.

Siamo di fronte ad un libro corale, non è la storia di uno ma di un gruppo di ragazzi che scambiandosi il PoV racconteranno pian piano al lettore quali sono stati gli avvenimenti che hanno portato Berlino al crollo e alla consecutiva presa di posizione dei vari gruppi di ragazzi; e nel farlo si presenteranno poco a poco al lettore che nel corso della lettura riuscirà così anche a farsi un'idea non solo della realtà vissuta dai protagonisti ma dei protagonisti stessi e del loro ruolo all'interno della storia e di una Berlino fantasma.

Il worldbuilding proposto dagli autori segue più o meno le comuni regole di un distopico. Vi è la presentazione della realtà “post apocalittica” a partire dall'evento che ha prodotto il climax e della realtà distopica che ne è conseguita, la tipica divisione in fazioni della società.
Essendo solo al primo libro però la configurazione del mondo realizzato dagli autori è solo accennato, infatti, al lettore vengono fornite solo le basi delle informazioni necessarie a configurare la storia portandolo a nutrire e sviluppare un interesse e curiosità per i seguiti della serie che sicuramente riveleranno quelle informazioni in grado di far elevare e sviluppare la storia.

La narrazione è caratterizzata da capitoli molto brevi e da un continuo scambio di punti di vista tra i vari personaggi.
Purtroppo devo affermare che questo tipo di narrazione mi è poco congeniale, soprattutto per questo genere di libro dove avrei preferito ritrovare dei capitoli un po' più esplicativi e lunghi ad inizio lettura in grado di presentare fin da subito la realtà descritta e non ricostruirla passo per passo nei vari capitoli.
Distillare le informazioni nei vari capitoli è un escamotage letterario che secondo me non è ideale per questo genere di libro, anche se comprendo l'intento degli autori di far incuriosire e intrigare il lettore alla storia fin dall'inizio.
Inoltre penso che i capitoli molto brevi rendano la narrazione molto discontinua dovuto soprattutto anche ai vari cambi di PoV.

I temi trattati sono quelli comuni del coming of age ma in questo primo volume si concentreranno soprattutto su due temi principali: l'accettazione e la presa di coscienza del sé.
Trattandosi di una serie molto lunga si può subito comprendere come la storia segua due vie separate ma intrecciate tra loro: quella principale, la storia a base della serie, la caratterizzazione della società e la realtà distopica a seguito del contagio che non è altro la cornice della serie e quella secondaria, la storia legata al compito/missione che i protagonisti saranno chiamati ad affrontare in questo libro, storia che inizia e finisce nell'arco narrativo di questo libro, quindi nessun cliffhanger in vista.

Berlin si caratterizza per essere una lettura dallo stile giovanile e fluido che rendono il libro una piacevole lettura da divorare tutta d'un fiato in poche ore dove è facile immergersi in un passato futuristico che incanta e affascina il lettore.

3 Stelle

 
-  A presto Susi

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