Blogtour
Segreti e Speranze di Carolyn Brown
Oggi sono qui per presentarvi la prima tappa di questo blogtour dedicato al particolarissimo libro di Carolyn Brown, The Ladies Room arrivato in Italia per Leggereditore col titolo Segreti e Speranze in vendita già in ebook dallo scorso 12 Maggio e da oggi 20 Maggio in edizione cartacea!
I segreti che le donne si rivelano nei momenti di privacy, ad esempio in una toilette per sole signore, dovrebbero restare custoditi in quelle mura. Ma a volte accade che quei segreti giungano alle orecchie sbagliate e cambino per sempre la vita di chi ne viene a conoscenza. L’esistenza di Trudy Williams è piuttosto movimentata: sua figlia è una ragazza eccentrica e ribelle, suo marito non fa altro che tradirla e sua madre è ricoverata in una casa di cura per malati di Alzheimer. L’ultima cosa di cui ha bisogno è ereditare dalla prozia Gert una vecchia casa pericolante piena solo di vecchi ricordi e cianfrusaglie. Ora tocca a lei ristrutturarla, ma non sarà sola nell’impresa. Billy Lee Tucker, il vicino di casa della zia Gert, un tipo strano innamorato di Trudy dai tempi della scuola, non avrebbe mai sognato di avere l’opportunità di starle accanto tanto a lungo. Così, insieme alla nuova casa, Trudy e Billy costruiscono qualcosa di romantico e sorprendente, vivendo emozioni che temevano di aver perduto. Ma forse Trudy è troppo spaventata da ciò che quel giorno aveva sentito in quella toilette per signore per poter immaginare un futuro insieme a Billy…
Non posso parlarvi di quanto sia particolare ed unico questo libri, qualsiasi mia parole non renderebbe l'idea così lascio il compito di incuriosirvi a questa lettura all'incipit di questo libro, buona lettura!
Se avessi cambiato di nuovo
posizione, la prozia Gert si sarebbe alzata a sedere nella bara rosa
pallido e mi avrebbe fulminata con lo sguardo, come faceva quand’ero
piccola e non riuscivo a stare ferma in chiesa. Nemmeno nella morte
Gertrude Martin avrebbe tollerato tutte quelle contorsioni a un
funerale, specialmente al suo. Per tutta la vita, era stata una
vecchia ragazza schietta e caustica, e non avevo dubbi che sarebbe
risorta all’istante, se avesse sentito il minimo sfregare di calze
extralarge, mentre accavallavo le gambe in continuazione.
Sarei dovuta andare al bagno delle signore prima dell’inizio della messa, ma le quattro tazze di caffè di quella mattina e la Coca-Cola maxi che avevo bevuto durante il tragitto verso la chiesa avevano raggiunto la mia vescica solo quando il prete si era schiarito la voce e aveva dato inizio alla sua elegia, che sembrava sarebbe durata nei secoli dei secoli. Se il pover’uomo aveva intenzione di fare la predica alla zia Gert, mentre l’accompagnava ai cancelli perlati del cielo, rischiavamo seriamente di morire di fame, prima che avesse finito. Grazie a dio, avevo uno Snickers e una busta di patatine al gusto barbecue in borsa e dieci chili di cellulite sulle cosce. Almeno non sarei stata io la prossima a bussare alle porte del paradiso.
Accavallai di nuovo le gambe e cercai di concentrarmi su quello che stava dicendo il prete, per distrarmi dalla mia urgenza. Dopo due minuti, mi resi conto che non funzionava. Lo spazio tra l’estremità della panca e il muro non bastava neanche a far passare una ragazzina anoressica, perciò avrei dovuto camminare di lato. Era già imperdonabile che mi allontanassi nel bel mezzo del sermone funebre, ma se avessi disturbato dieci membri della congregazione per raggiungere il corridoio centrale, altro che alzarsi!, la zia Gert mi avrebbe fatto una scenata che avrebbe ridotto la mia vescica a una nocciolina rinsecchita.
Mi affrettai a raggiungere il bagno delle signore. Neanche il tempo di entrare in uno dei due cubicoli, che mi ero già alzata la gonna nera a tubino. Afferrai l’orlo delle calze contenitive e le tirai giù con forza, ma un’unghia si impigliò nel tessuto. Mi ero illusa che quelle calze fossero fatte dello stesso materiale con cui costruivano gli space shuttle e che né il sovrappeso, né il fuoco avrebbero potuto distruggerle.
Mentre cercavo di tirarmi su con estrema attenzione le calze ormai rovinate, la porta si aprì e le mie cugine, Marty e Betsy, si affrettarono a entrare nello spazio angusto. Le riconobbi non appena cominciarono a parlare. Quando avevano cominciato a fumare, erano talmente giovani che dovevano andarsi a nascondere dietro al granaio per fare qualche tiro di sigaretta, e le loro voci ne erano la prova. E poi puzzavano come se fossero appena uscite dalle fiamme sulfuree dell’Ade.
«Finita la messa, ci mischiamo alla folla. Faremo finta di essere arrivate in ritardo e di esserci sedute all’ultima fila» disse Marty.
Che cretine! L’avrebbero capito tutti che non c’erano state, alla messa. Certo, avrebbero capito anche che io me l’ero svignata a metà sermone, ma almeno c’ero stata per la prima parte. Avrei voluto tanto avere il coraggio di fargli una scenata per essere arrivate in ritardo e per essersi nascoste in bagno, ma non lo feci. Non a un funerale. E nemmeno nel bagno delle signore. Non era né il posto, né il momento giusto. Stavo per aprire il lucchetto, quando sentii che mi nominavano. Abbassai il coperchio del water senza fare rumore e mi sedetti.
«Trudy è venuta?» chiese Betsy.
«Ma certo. Lei non sbaglia mai. La cara Trudy, sempre affidabile. Non si è mai ribellata e mai lo farà. Sarà la brava bambina di sempre fino alla fine dei suoi giorni. Io ci sono venuta solo per il testamento» disse Marty.
«E se la zia Gert ti avesse lasciato la casa? Che ci faresti?» chiese Betsy.
«La farei abbattere da un bulldozer e venderei il terreno per pagare il servizio. Non mi metterei a perdere tempo con tutte quelle cianfrusaglie nemmeno se mi promettessero una notte con Brad Pitt.»
Betsy ridacchiò. «Se l’ha lasciata a me, la metto all’asta con tutto quello che c’è dentro. Le case d’aste si fanno pagare caro, ma si occupano di tutto, dalla A alla Z. Metto tutto all’asta in un giorno solo. Poi, con il ricavato, me ne vado in crociera.»
Sentii lo scatto di un accendino, prima che Marty commentasse. Grazie a dio non c’erano finestre, altrimenti sarebbe morta fulminata, per aver fumato nella casa del Signore.
«Non ci ricaveresti abbastanza per una crociera, a meno che non volessi noleggiare un peschereccio sul lago Texoma. In ogni caso, ci siamo solo io, tu e Trudy. Siamo le uniche eredi in vita, eccetto la madre di Trudy. Ma lei ha l’Alzheimer e Gert non l’avrebbe mai nominata erede.»
«Povera Trudy! Dio la benedica!» disse Betsy.
Schiacciai l’orecchio contro la porta fino a farmi male. Sarebbe stato troppo strano uscire adesso. Avrei dovuto affrontarle e io ho sempre odiato quel genere di cose. E poi, ero proprio curiosa di sapere cosa avevo fatto per meritarmi gli appellativi di ‘povera’ e ‘benedetta’.
«Triste, no? Ma lei è sempre stata così. Anche quando eravamo piccole, era una credulona. È proprio cieca. Come uno struzzo con la testa nella sabbia e il culone per aria» disse Marty.
Mi salì un groppo in gola. Dovetti ingoiare una dozzina di volte, prima che andasse giù. Se non fossero state così impegnate a parlare di me, mi avrebbero sentita di certo.
Betsy ridacchiò. «Magari non proprio cieca, piuttosto ingenua, direi. Non ha mai la minima idea di cosa le accada intorno. Voleva davvero bene a Gert.»
«Chiunque volesse bene a quella vecchia acida si merita di brancolare nel buio. Lasciamola vivere così. Beata ignoranza! E poi, Trudy ha sempre avuto tutto dalla vita. La invidio. Si merita di sporcarsi un po’ le mani. Se ereditasse la casa, si farebbe in quattro per risistemarla. Dividerebbe tutti i centrini e le mutande in categorie» disse Marty.
Mi feci rossa come un peperone, perché era proprio quello che avevo pensato, quando avevo saputo che la zia Gert era morta. I suoi cari oggetti non saranno stati di grande valore, ma potevano essere dati in beneficenza.
«È fatta così: talmente impegnata a pensare alle opere di bene, che non si rende conto di ciò che ha davanti.» Betsy rise di nuovo. «Fammi fare un tiro. Dio ci fulminerà, per aver fumato in chiesa? Tra un minuto dobbiamo mescolarci alla folla e stare un’ora senza fumare.»
Quella storia mi dava l’orticaria. Ero davvero così prevedibile?
«Dio non ci fulminerà per aver fumato in chiesa, ma Gert l’avrebbe fatto. Forse Drew farà ragionare Trudy e la convincerà a buttare giù la casa» disse Marty. «È un avvocato in gamba. Immagino che a Trudy non importi cosa dovrà sopportare per avere quella bella casetta e tutti quei soldi.»
Il fumo di sigaretta mi raggiunse, filtrando sotto la porta. Mi portai una mano alla bocca, per evitare di tossire. A proposito di disastri! Se mi avessero beccata proprio adesso, sarebbe stato l’inizio di una faida familiare. E se ci avessero beccate tutte in bagno durante il funerale, la zia Gert sarebbe davvero resuscitata.
«Credi che sappia delle bravate di suo marito e sua figlia, o ha sepolto la testa talmente in fondo che non riesce più a tirarla fuori?» chiese Betsy.
«Se non lo sa, allora è stupida, non cieca. Tutti sanno di Drew» rispose Marty. «Com’è possibile che non lo sappia lei? È cominciata una settimana dopo che si erano sposati!»
Corrugai la fronte con tanta forza che sentii spuntare dozzine di rughe nuove. Che cos’è che tutti, tranne la ‘povera Trudy, dio la benedica’, sapevano su Drew? E cosa sapevano su mia figlia Crystal che io non sapevo?
Marty abbassò la voce appena appena. «Ti ricordi quando Trudy organizzò quella gita a Dallas, con Crystal e le sue amichette, per... che cos’era? Il suo settimo compleanno, mi pare. Quando portò le bambine a vedere Disney On Ice? Lori Lou venne a casa mia e mi chiese la ricetta dello sformato di pollo. La mattina dopo, durante il mio giro per la consegna dei giornali, la vidi uscire da casa di Drew.» [...]
Sarei dovuta andare al bagno delle signore prima dell’inizio della messa, ma le quattro tazze di caffè di quella mattina e la Coca-Cola maxi che avevo bevuto durante il tragitto verso la chiesa avevano raggiunto la mia vescica solo quando il prete si era schiarito la voce e aveva dato inizio alla sua elegia, che sembrava sarebbe durata nei secoli dei secoli. Se il pover’uomo aveva intenzione di fare la predica alla zia Gert, mentre l’accompagnava ai cancelli perlati del cielo, rischiavamo seriamente di morire di fame, prima che avesse finito. Grazie a dio, avevo uno Snickers e una busta di patatine al gusto barbecue in borsa e dieci chili di cellulite sulle cosce. Almeno non sarei stata io la prossima a bussare alle porte del paradiso.
Accavallai di nuovo le gambe e cercai di concentrarmi su quello che stava dicendo il prete, per distrarmi dalla mia urgenza. Dopo due minuti, mi resi conto che non funzionava. Lo spazio tra l’estremità della panca e il muro non bastava neanche a far passare una ragazzina anoressica, perciò avrei dovuto camminare di lato. Era già imperdonabile che mi allontanassi nel bel mezzo del sermone funebre, ma se avessi disturbato dieci membri della congregazione per raggiungere il corridoio centrale, altro che alzarsi!, la zia Gert mi avrebbe fatto una scenata che avrebbe ridotto la mia vescica a una nocciolina rinsecchita.
Mi affrettai a raggiungere il bagno delle signore. Neanche il tempo di entrare in uno dei due cubicoli, che mi ero già alzata la gonna nera a tubino. Afferrai l’orlo delle calze contenitive e le tirai giù con forza, ma un’unghia si impigliò nel tessuto. Mi ero illusa che quelle calze fossero fatte dello stesso materiale con cui costruivano gli space shuttle e che né il sovrappeso, né il fuoco avrebbero potuto distruggerle.
Mentre cercavo di tirarmi su con estrema attenzione le calze ormai rovinate, la porta si aprì e le mie cugine, Marty e Betsy, si affrettarono a entrare nello spazio angusto. Le riconobbi non appena cominciarono a parlare. Quando avevano cominciato a fumare, erano talmente giovani che dovevano andarsi a nascondere dietro al granaio per fare qualche tiro di sigaretta, e le loro voci ne erano la prova. E poi puzzavano come se fossero appena uscite dalle fiamme sulfuree dell’Ade.
«Finita la messa, ci mischiamo alla folla. Faremo finta di essere arrivate in ritardo e di esserci sedute all’ultima fila» disse Marty.
Che cretine! L’avrebbero capito tutti che non c’erano state, alla messa. Certo, avrebbero capito anche che io me l’ero svignata a metà sermone, ma almeno c’ero stata per la prima parte. Avrei voluto tanto avere il coraggio di fargli una scenata per essere arrivate in ritardo e per essersi nascoste in bagno, ma non lo feci. Non a un funerale. E nemmeno nel bagno delle signore. Non era né il posto, né il momento giusto. Stavo per aprire il lucchetto, quando sentii che mi nominavano. Abbassai il coperchio del water senza fare rumore e mi sedetti.
«Trudy è venuta?» chiese Betsy.
«Ma certo. Lei non sbaglia mai. La cara Trudy, sempre affidabile. Non si è mai ribellata e mai lo farà. Sarà la brava bambina di sempre fino alla fine dei suoi giorni. Io ci sono venuta solo per il testamento» disse Marty.
«E se la zia Gert ti avesse lasciato la casa? Che ci faresti?» chiese Betsy.
«La farei abbattere da un bulldozer e venderei il terreno per pagare il servizio. Non mi metterei a perdere tempo con tutte quelle cianfrusaglie nemmeno se mi promettessero una notte con Brad Pitt.»
Betsy ridacchiò. «Se l’ha lasciata a me, la metto all’asta con tutto quello che c’è dentro. Le case d’aste si fanno pagare caro, ma si occupano di tutto, dalla A alla Z. Metto tutto all’asta in un giorno solo. Poi, con il ricavato, me ne vado in crociera.»
Sentii lo scatto di un accendino, prima che Marty commentasse. Grazie a dio non c’erano finestre, altrimenti sarebbe morta fulminata, per aver fumato nella casa del Signore.
«Non ci ricaveresti abbastanza per una crociera, a meno che non volessi noleggiare un peschereccio sul lago Texoma. In ogni caso, ci siamo solo io, tu e Trudy. Siamo le uniche eredi in vita, eccetto la madre di Trudy. Ma lei ha l’Alzheimer e Gert non l’avrebbe mai nominata erede.»
«Povera Trudy! Dio la benedica!» disse Betsy.
Schiacciai l’orecchio contro la porta fino a farmi male. Sarebbe stato troppo strano uscire adesso. Avrei dovuto affrontarle e io ho sempre odiato quel genere di cose. E poi, ero proprio curiosa di sapere cosa avevo fatto per meritarmi gli appellativi di ‘povera’ e ‘benedetta’.
«Triste, no? Ma lei è sempre stata così. Anche quando eravamo piccole, era una credulona. È proprio cieca. Come uno struzzo con la testa nella sabbia e il culone per aria» disse Marty.
Mi salì un groppo in gola. Dovetti ingoiare una dozzina di volte, prima che andasse giù. Se non fossero state così impegnate a parlare di me, mi avrebbero sentita di certo.
Betsy ridacchiò. «Magari non proprio cieca, piuttosto ingenua, direi. Non ha mai la minima idea di cosa le accada intorno. Voleva davvero bene a Gert.»
«Chiunque volesse bene a quella vecchia acida si merita di brancolare nel buio. Lasciamola vivere così. Beata ignoranza! E poi, Trudy ha sempre avuto tutto dalla vita. La invidio. Si merita di sporcarsi un po’ le mani. Se ereditasse la casa, si farebbe in quattro per risistemarla. Dividerebbe tutti i centrini e le mutande in categorie» disse Marty.
Mi feci rossa come un peperone, perché era proprio quello che avevo pensato, quando avevo saputo che la zia Gert era morta. I suoi cari oggetti non saranno stati di grande valore, ma potevano essere dati in beneficenza.
«È fatta così: talmente impegnata a pensare alle opere di bene, che non si rende conto di ciò che ha davanti.» Betsy rise di nuovo. «Fammi fare un tiro. Dio ci fulminerà, per aver fumato in chiesa? Tra un minuto dobbiamo mescolarci alla folla e stare un’ora senza fumare.»
Quella storia mi dava l’orticaria. Ero davvero così prevedibile?
«Dio non ci fulminerà per aver fumato in chiesa, ma Gert l’avrebbe fatto. Forse Drew farà ragionare Trudy e la convincerà a buttare giù la casa» disse Marty. «È un avvocato in gamba. Immagino che a Trudy non importi cosa dovrà sopportare per avere quella bella casetta e tutti quei soldi.»
Il fumo di sigaretta mi raggiunse, filtrando sotto la porta. Mi portai una mano alla bocca, per evitare di tossire. A proposito di disastri! Se mi avessero beccata proprio adesso, sarebbe stato l’inizio di una faida familiare. E se ci avessero beccate tutte in bagno durante il funerale, la zia Gert sarebbe davvero resuscitata.
«Credi che sappia delle bravate di suo marito e sua figlia, o ha sepolto la testa talmente in fondo che non riesce più a tirarla fuori?» chiese Betsy.
«Se non lo sa, allora è stupida, non cieca. Tutti sanno di Drew» rispose Marty. «Com’è possibile che non lo sappia lei? È cominciata una settimana dopo che si erano sposati!»
Corrugai la fronte con tanta forza che sentii spuntare dozzine di rughe nuove. Che cos’è che tutti, tranne la ‘povera Trudy, dio la benedica’, sapevano su Drew? E cosa sapevano su mia figlia Crystal che io non sapevo?
Marty abbassò la voce appena appena. «Ti ricordi quando Trudy organizzò quella gita a Dallas, con Crystal e le sue amichette, per... che cos’era? Il suo settimo compleanno, mi pare. Quando portò le bambine a vedere Disney On Ice? Lori Lou venne a casa mia e mi chiese la ricetta dello sformato di pollo. La mattina dopo, durante il mio giro per la consegna dei giornali, la vidi uscire da casa di Drew.» [...]
Il blogtour prosegue su
23 Maggio 2° Tappa: Cover a confronto, Il colore dei libri
24 Maggio 3° Tappa: Presentazione dei protagonisti, Over the Hills and Far Away
25 Maggio 4° Tappa: A colazione con Trudy, Le recensioni della Libraia
26 Maggio 5° Tappa: Recensione, Harem's Book
Inoltre partecipando al blogtour potrete partecipare vincere una copia cartacea di Segreti e Speranze! Come fare? Seguite le regole e compilate il form di seguito!
Regole obbligatorie:
– Compilare il form, qui vi si chiederà di:
1) Lasciare un indirizzo email;
2) Diventare followers dei blog dell'iniziativa se non lo siete già;
3) Commentare tutte le Tappe del Blogtour;
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3) Commentare tutte le Tappe del Blogtour;
Optional:
– Condividere i post su Facebook e Twitter;
– Condividere l'iniziativa su qualsiasi altro social;
– Seguici su le nostre altre piattaforme (Instagram, Twitter, Facebook Fan Page; Ect.);
I link di condivisione vanno insieriti nel form, lo stesso vale per la email!
Vi preghiamo di lasciare commenti validi, ovvero che siano di senso compiuto e che ci facciano capire che avete di fatto letto i post.
Vi preghiamo di lasciare commenti validi, ovvero che siano di senso compiuto e che ci facciano capire che avete di fatto letto i post.
Il GA ha inizio oggi 20 Maggio è avrà termine domenica 29 Maggio a mezzanotte, il giorno seguente il vincitore sarà comunicato sui canali social dei blog.
- A presto Susi
Partecipo volentierissimo a questo interessante blogtour.
RispondiEliminaIntrigante la storia, sono curiosa di sapere cosa ha sentito Trudy riguardo a Billy
:)
Mi ero innamorata già della cover,una finezza...! La trama ma soprattutto l'incipit hanno dato il colpo di grazia,sarà una delle prossime letture! ♡♡
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminami incuriosisce parecchio, incrocio le dita =)
RispondiEliminaOddio perché avete interrotto l'incipit sul più bello?!?!
RispondiEliminaChe curiosità!!!
Credo che correrò in libreria a prendere questo libro prima della fine del blogtour :-D
La copertina poi è di una bellezza così elegante ♡
Partecipo al blogtour e al Giveaway con immenso piacere ;-)
Lettori fissi: Rosy Palazzo
email: rosy.palazzo1612@gmail.com
Instagram: @ross_3193
Facebook e Google+: Rosy Palazzo
Non ho Twitter!
Grazie mille per l'opportunità ♡
Questo incipit mi ha conquistata - l'inizio mi ha fatto ridere e il seguito mi ha incuriosita.
RispondiEliminaAmmetto che mi sento un po' come Trudy - sempre per quanto riguarda i chili di troppo, a volte per l'ingenuità.
Quando dobbiamo parlare di qualcuno, io e le mie amiche abbiamo sempre qualche soprannome adatto alla persona in questione in modo che così non si sappia di chi stiamo parlando oppure ci guardiamo intorno e prima di proseuire diciamo "che non partan le chiamate" - questo nasce da una volta in cui una nostra amica si doveva sfogare sul suo ragazzo e controllava ossessivamente il cellulare per assicurarsi che, appunto, non partissero chiamate indesiderate. xD
Sì, siamo un branco di pettegole.
Bello l'incipit!curiosa di saperne di più, partecipo volentieri al blogtour!
RispondiEliminaQuesto libro mi piace molto.mi aveva già colpito la cover, ora leggendo l'incipit sono ancora più curiosa di leggerlo!
RispondiEliminainnanzitutto, partendo dalla cover, sono appunto stato colpito dalla copertina. molto suggestiva e minimalista! adatta per i miei gusti!
RispondiEliminal'ncipit è davvero molto carino, ti viene davvero la voglia di continuare la lettura! ;)
Luigi Dinardo
Partecipo..mi incuriosisce questo libro...continuo a seguire questo blogtour per saperne di più
RispondiEliminaCiao! Partecipo più che volentieri! Questo libro deve essere carino!
RispondiEliminaLa mia mail è: scheggiatralepagine@gmail.com
There is visibly a lot to identify about this. I think you made certain nice points
RispondiEliminain features also.